mercoledì 29 giugno 2011

Gwyneth Cravens: Il Nucleare Salverà il Mondo

[perdonate la mia assenza, ma è estate ed anche io ho diritto ad un poco di vancanza :) ]


Forse arriva decisamente in ritardo questo mio commento ad un libro che ho da qualche giorno terminato di leggere. O forse no, del resto non è bene interessarsi alle cose solo quando c'è un referendum in vista, anche se probabilmente moltissime persone agiscono così.
Io sono uno di quelli, non mi tiro certamente indietro. Prima di esser venuto a conoscenza del referendum sul ritorno all'energia nucleare in Italia, non mi sono molto interessato della materia; avevo per lo più idee vaghe. Anzi è più corretto dire che avevo idee fondate sul famosissimo sentito dire o sull'ancora più illustre: "è ovvio".
Ma l'ovvietà e il sentito dire mi creano amarezza e disgusto, così dopo una ricerca mediamente accurata, ho deciso di acquistare due libri.
A dire il vero avevo in mente di comprarne solo uno, sull'energia nucleare, poi ho pensato che in fondo anche le energie rinnovabili mi interessavano, così ho ampliato la mia scelta.
Per le energie rinnovabili la mia scelta è caduta sul libro di Pietro Menna: "L'energia Pulita", mentre per l'energia nucleare cercavo qualcosa che fosse denso di informazioni ed allo stesso tempo visto da un occhio profano.
A dire il vero è stato il titolo ad attirarmi: "Il Nucleare Salverà il Mondo". Inizialmente pensai a qualche volume a livello di Giulietto Chiesa (e un volume in avversione all'energia nucleare l'ha scritto), ma il numero delle pagine dichiarate sul sito di IBS, mi ha mosso una modesta curiosità, così ho letto la descrizione del libro.
E' un viaggio nell'energia nucleare, dall'estrazione dell'uranio, alla lavorazione, all'impiego nelle centrali, allo smaltimento. La scrittrice è Gwyneth Cravens, una giornalista che tempo fa non vedeva affatto di buon occhio l'energia nucleare e poi in seguito a questo viaggio, le sue idee si sono evolute e trasformate alla luce delle informazioni che ha acquisito.
Mi sono così deciso, benchè fossi cosciente della possibilità di ritrovarmi tra le mani un libro di 500 pagine senza alcuna fonte a fondo pagina.
Appena mi è arrivato a casa, recapitatomi dal sempre preciso corriere espresso, l'ho preso e sono andato a fondo pagina. Sono rimasto piuttosto soddisfatto quando ho visto da quante fonti la scrittrice ha attinto per scrivere il suo libro: 21 pagine zeppe di richiami a fonti autorevoli come la IAEA, UNSCEAR e moltissime organizzazioni Statunitensi che si sono occupate del nucleare, ma anche di vari esperti del settore, chi ancora nel campo e chi oramai al termine della sua carriera o addirittura in pensione.
Poi l'ho aperto ed ho cominciato la lettura.
Il volume, benchè rechi un titolo che non lascia spazio a molti dubbi sulla posizione dell'autrice, di fatto non è un elogio dell'energia nucleare. Gwyneth è scettica su quella fonte energetica, quindi pone continuamente domande e dubbi agli esperti che incontra nel suo viaggio.
Il suo Virgilio è Rip Anderson, un esperto di fama mondiale nel campo della sicurezza nucleare (e non solo relativa alle centrali).
Il viaggio comincia con un po' di rudimenti di chimica e fisica delle radiazioni, essenziali per comprendere ciò che verrà detto dopo. L'autrice visita di persona tutti i luoghi con cui l'energia nucleare ha a che fare e man mano che leggevo le sue parole, mi riscoprivo nelle sue sensazioni.
Sono rimasto stupito quanto lei quando Rip Anderson le ha detto di essersi immerso nella piscina di un reattore nucleare funzionante (chiaramente, non correva pericolo nel compiere quell'operazione).
E sono rimasto stupito nuovamente quando hanno affrontato l'argomento dei depositi di scorie radioattive: credevo che non ce ne fosse uno solo nel mondo ed invece ho appreso che il WIPP è un deposito di rifiuti transuranici a tempo di dimezzamento lungo perfettamente funzionante.
Durante tutta l'esposizione l'autrice non esprime chiaramente il suo giudizio; nelle sue parole si leggono meraviglia, stupore ed anche un certo timore, che viene comunque poi debellato dalle spiegazioni che gli esperti del settore le forniscono.
Solo alla fine del libro concede la sua modesta opinione.

In definitiva: un ottimo libro che fa apprezzare la materia e fa davvero venir voglia di immergersi nella conoscenza di questa tecnologia.
Alla luce della lettura, posso chiaramente e con soddisfazione personale affermare che il titolo italiano è abbastanza fuori contesto. Perchè con soddisfazione? perchè ancora una volta ho ignorato l'apparente ovvietà ed ho scoperto qualcosa che ritengo abbia un grande valore.

Un grazie sentito a quest'autrice.

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